L’ultimo mese dell’anno ha qualcosa di unico nell’aria: anche se in modo simbolico, il nuovo sta per arrivare ed un periodo – più o meno bello – si sta per concludere. Chi è stato importante durante questo periodo? Chi ci ha aiutati? In Giappone, a dicembre, è importante ricordarlo. La gratitudine è un sentimento essenziale nella cultura giapponese ed è costume dargli espressione,, infatti i ringraziamenti giapponesi di fine anno, in due modi: tramite una nengajō (lettera di buonaugurio per l’anno nuovo) o tramite il più impegnativo e costoso oseibo (regalo di ringraziamento di fine anno).
Come funziona? Ci sono dei periodi sbagliati per inviare questi regali? Scopriamolo insieme!
1. Nengajō (年賀状)
Queste cartoline di buonaugurio – che di solito sono decorate con l’animale dell’anno nuovo secondo lo zodiaco cinese – sono nate dalla tradizione di visitare parenti e amici per l’anno nuovo.
Proprio come le cartoline di Natale in Occidente, anche queste hanno delle date molto specifiche. INfatti i ringraziamenti giapponesi di fine anno vengono fatti sotto forma di cartolina il’1 gennaio.
Gli uffici postali giapponesi si organizzano per il periodo più impegnativo dell’anno, assicurando a chi riuscirà a spedire le cartoline tra il 15 e il 25 di dicembre che queste verranno consegnate il primo giorno dell’anno nuovo.
E per chi non riesce ad inviarla entro questa data? Se la data dovesse superare il 7 gennaio, la cartolina diventerebbe una lettera di saluto del periodo invernale, e dovrebbe quindi cambiare iscrizione: da nengajō a 寒中見舞い (kanchuu mimai). Attenzione però, è importante sapere che di solito le nengajō non vengono inviate a chi ha vissuto un lutto durante l’anno!
Ma perché si continuano ad inviare queste nengajō anche al tempo dei social media? Come scherzosamente piace dire ai giapponesi, si tratta di un 生存確認 (seizon kakunin), ovvero un modo per ricordare agli altri che esistiamo. Essendo un pensiero fisico, inoltre, si tratta di un qualcosa di più tangibile di un semplice messaggio e dimostra quindi più cura per il destinatario. In particolare, l’effetto della pandemia, e delle invisibili – e meno invisibili – barriere fisiche, ha avuto un’influenza molto forte soprattutto su chi non è potuto tornare a casa per le vacanze negli ultimi anni: secondo un sondaggio di Futaba Co., i giapponesi che hanno pianificato di inviare una nengajō a dicembre 2020 sono aumentati del 126% rispetto all’anno precedente!
2. Oseibo (お歳暮)
A chi non piacerebbe ricevere gli ingredienti del cenone di Capodanno come regalo? L’oseibo – nato dalla tradizione di porre delle offerte agli antenati in questo periodo dell’anno – è un regalo solitamente indirizzato a colleghi di lavoro, superiori, medici, padroni di casa…o anche parenti, e il contenuto è spesso, appunto, cibi stagionali, dolci o frutti.
Si tratta di una tradizione molto antica, che ha perso di fascino nelle nuove generazioni: i più giovani tendono, infatti, a vedere l’evento non tanto come un’espressione di gratitudine quanto come un’incombenza sociale, preferendo la tradizione occidentale più personale dei doni natalizi.
Come per le nengajō, anche nel caso degli oseibo, il tempismo è fondamentale: poiché più ci si avvicina al nuovo anno più ogni casa giapponese sarà impegnata nei preparativi per il Capodanno, è buona etichetta fare arrivare il regalo entro il 25 di dicembre. Ma quando inviarli? Attenzione, ci sono comunque delle differenze relative alla zona del Giappone! Dall’Hokkaidō al Kyūshū si invieranno dal 10 al 20 del mese, nel Kantō dall’1 al 20, e solo ad Okinawa da inizio mese fino al 25.
E a voi? Piacerebbe inviare una nengajō o un oseibo? Volete scrivere il bigliettino d’auguri perfetto ma non sapete come fare? Nessuna paura! Eurasia Language Academy propone corsi da livello principiante ad avanzato. Contattateci!