Quando pensiamo alla Corea del Sud, subito ci immaginiamo templi simili a pagode, il K-Pop e la cucina tradizionale. Difficilmente pensiamo al Natale e ai suoi festeggiamenti, eppure è una festa nazionale riconosciuta e celebrata in tutta la penisola. Sono molte, infatti, le tradizioni natalizie che hanno origini più o meno recenti. Ma scopriamo com’è il natale in core del sud.
Un fatto poco conosciuto sulla Corea del Sud è il suo alto tasso di persone di religione cristiana: è lo Stato orientale con più praticanti cristiani. Nonostante sia considerato un Paese ateo, infatti, circa il 30% della popolazione si dichiara di fede cristiana – di cui la maggioranza di credo protestante. Il cristianesimo ha avuto una grandissima espansione a partire dal 1800 grazie alle missioni e alle opere religiose come l’apertura di scuole e università.
Per questo motivo una festa cardine della religione cristiana come il Natale non può che essere riconosciuta e festeggiata nella penisola. In Corea, dunque, il 25 dicembre è festa nazionale e le scuole così come le aziende restano chiuse per legge statale. A differenza dell’Italia e di altri Paesi cristiani, però, il 24 e il 26 dicembre non sono considerati festività. Ciò non ferma comunque i coreani dal riunirsi in famiglia e organizzare pranzi e cene o incontri con amici per passare questa giornata in compagnia. Le città si riempiono di addobbi natalizi come luci e abeti; i negozi espongono vetrine a tema con dolcetti e statuette di Babbo Natale. Nelle case spuntano alberi di Natale decorati, luci e altri addobbi tipici del periodo.
Una tradizione immancabile del Natale, che accomuna un po’ tutti i Paesi che lo festeggiano, è senza dubbio lo scambio dei doni. In Corea del Sud, tuttavia, spesso le persone ricevono pochi regali: può trattarsi di un prodotto firmato, ma più generalmente sono oggetti utili per la vita quotidiana di chi li riceve. Ai bambini, invece, è più tradizionale regalare dei soldi. Lo scambio dei doni tra amici include di solito cibo ma soprattutto dolcetti natalizi come dimostrazione di affetto.
Non c’è quindi Babbo Natale che, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, si cala dai camini per portare doni. Esiste comunque la figura di Babbo Natale, che in Corea del Sud prede il nome di Santa Keulloseu o Santa Harabeoji (in coreano: 산타클로스 o 산타할아버지), ovvero Santa Claus o Nonno Santa. Differentemente dall’Italia, Nonno Santa veste gli abiti tradizionali coreani di colore blu o verde e indossa anche il gat (in coreano: 갓), il cappello tipico dell’epoca Joseon. La sua apparizione in Corea è più recente e associata a questioni di marketing.
Come per altre feste (ad esempio Chuseok, di cui abbiamo parlato qui), le famiglie coreane si riuniscono per Natale e mangiano assieme. Nonostante non ci siano cibi specifici per il Natale, solitamente sulle tavole natalizie non mancano il ramen, il kimchi e il bulgogi – la carne di manzo. Ci sono poi alcuni dolcetti e le pere bollite chiamate baesuk (in coreano: 배숙). Ma la regina della tavola è la torta di Natale, generalmente una torta di riso decorata con frutta o una torta farcita con marmellata di fagioli rossi dolci.
Un’altra tradizione, specialmente per le famiglie cristiane praticanti, è quella di recarsi alla messa di mezzanotte. Sono, infatti, sempre di più le chiese in Corea del Sud, che per l’occasione vengono addobbate e organizzano anche eventi secondari.
Infine, la Corea del Sud è molto famosa all’estero principalmente per la musica, ovvero il K-Pop. Non possono quindi mancare, in questo periodo, canzoni rilasciate dai vari gruppi a tema natalizio. Se avete la passione per il K-Pop oppure vi piacerebbe sentire qualche canzone di questo genere adatta al Natale, vi consigliamo Miracles In December degli EXO, So In Love dei VAV e Dear Santa delle Girls’ Generation!
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